Ieri sera su La7 è andata in onda l’ultima puntata della
prima stagione della serie televisiva canadese “I Borgia” ed io ero felicissima…del
fatto che fosse l’ultima!
L’ho seguita infatti fin dal primo episodio,inizialmente
sedotta dalla maestosa pubblicità e dall’ argomento di stampo storico,cosa che
personalmente adoro.
Purtroppo però, un’ora dopo la prima messa in onda avevo già
capito che sarebbe stata dura arrivare a finire di vedere tutta la stagione
(figuriamoci le altre!),ma un po’ per testardaggine e un po’ per correttezza
nei confronti dei miei lettori, mi sono costretta di Domenica in Domenica a
sintonizzarmi su La7.
Comunque, nonostante gli sforzi, la mia opinione sulla serie
è rimasta invariata rispetto alla prima impressione che ho avuto:
assolutamente negativa!
Questa prima stagione ha trattato le vicende della famosa
famiglia dei Borgia a partire dall’elezione di Rodrigo al soglio pontificio,il
quale però riesce nell’ ascesa al trono di Pietro solo grazie ad una serie di
intrighi attuati con l’aiuto del figlio Cesare. Anche in seguito all’elezione
praticamente comprata, Papa Alessandro VI si ritrova a dover affrontare
numerosi nemici, così mobilita tutta la sua famiglia pur di tenersi stretto il
potere: Cesare viene quindi ordinato cardinale,all’altro figlio Juan è
assegnato il comando dell’esercito papale, mentre la giovanissima Lucrezia ha
il compito di sposare Giovanni Sforza per assicurare al padre (o meglio, Santo
Padre!) l’alleanza con questa potente famiglia. Il tutto però non basta a
fermare il cardinale Della Rovere che pur di deporre il Papa arriva a chiedere
aiuto al re di Francia Carlo VIII.
Creata dal regista
Neil Jordan, premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale nel 1993, la
serie doveva inizialmente essere un film,ma è stata poi sviluppata a puntate perché
secondo lo stesso regista gli avvenimenti erano troppi e i personaggi troppo
complessi per essere narrati nel solo tempo di durata classico di un
lungometraggio. Sarà pure vero,ma a me invece è sembrato che il numero delle
vicende fosse anzi ben scarso per
costruirci su nove episodi,col risultato che ogni tanto le palpebre si
chiudevano e quando temerariamente le riaprivo nulla di nuovo era accaduto.
Inoltre, non sono
proprio riuscita a capire che tipo di risultato Jordan volesse ottenere: doveva
essere una serie storica o romanzata? Perché il primo caso non sta in piedi in
quanto gli errori di storia sono davvero tanti (non ve li elenco tutti,ma li
trovate tranquillamente su Wikipedia!) e se si vuole ottenere un fine
paideutico o che sia almeno vagamente tale non ci si può allontanare così tanto
dalla realtà dei fatti. Anche la seconda ipotesi è però da escludere,poiché se
il regista voleva solo ispirarsi agli avvenimenti storici per poi aggiungere
elementi di fantasia che avessero reso il tutto più appetibile al pubblico,
allora doveva fare decisamente di meglio per impedire il fenomeno dell’appesantimento
delle palpebre sopra citato. Alcune scene di sangue o piccanti purtroppo non
bastano a tenere alta l’attenzione dello spettatore, o comunque non sono
bastate nel mio caso.
E poi,questo voler rappresentare i Borgia come una moderna
famiglia allargata,in cui la madre convive pacificamente col marito,col padre
dei suoi figli e con la giovane e bella amante del padre dei suoi figli è
davvero ridicola oltre che storicamente errata: Vannozza dei Cattanei e Rodrigo
Borgia infatti si erano già separati da tempo quando questo intraprese la
famigerata relazione con Giulia Farnese.
Una nota positiva però, che a questo punto devo
assolutamente citare, è la presenza di due attori molto talentuosi all’interno
del cast: il primo è il famoso Jeremy Irons che,sempre molto accurato nelle sue
interpretazioni, ha dato al personaggio di Papa Alessandro VI un’aria
autoritaria,ma allo stesso tempo accattivante,severa ma anche (e
inaspettatamente) tenera quando questi è nelle vesti di padre. L’altra attrice che ho molto apprezzato è la
giovane interprete di Lucrezia, Holliday Grainger,che avevo già notato nel
ruolo di Estella nel film “Grandi speranze” di Mike Newell. Con la sua bellezza
candida e ammaliante è riuscita a rappresentare bene prima l’ingenuità e poi la
sfrontatezza sensuale che sono l’essenza del personaggio di Lucrezia Borgia.
Altra lode va fatta ai costumisti che hanno svolto davvero
uno splendido lavoro nel riprodurre gli abiti rinascimentali, in qualche caso
copiando alla perfezione quelli dei dipinti, come ad esempio il vestito che Lotte
Verbeek, alias Giulia Farnese, indossa nella scena in cui le viene
fatto il ritratto, perfettamente corrispondente a quello che la nobildonna deve
aver indossato nella realtà quando si fece ritrarre da Raffaello per la celebre
tavola “Dama col liocorno”.
Questi due soli aspetti positivi non cambiano però il fatto
che il prodotto è secondo me deludente. E voi avete seguito “I Borgia”? Cosa ne
pensate? Sono curiosa di sentire anche opinioni diverse,perciò fatevi avanti!
Anche io ho faticato non poco per arrivare alla fine. E quando ci sono arrivata, neanche sapevo fosse il season finale, figurati.
RispondiEliminaHo preferito di gran lunga I Borgia franco-tedeschi del 2011: più zozzi, più cattivi e storicamente inesistenti.
Ciao! Grazie per esserti unita al mio blog! Hai proprio ragione, meglio una cosa tutta inventata a questo punto!
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