“Upside down” era uno dei film che più volevo vedere tra
quelli al cinema nell’ultimo periodo. Mi
ha attirato fin da subito, ovvero da quando ho notato per la prima volta (mesi
fa) il trailer,in quanto sono consapevole della mia passione per le storie di
amanti separati.
In effetti la trama,
per quello che riguarda la storia d’amore, ricalca il classico e ormai logoro
copione alla “Romeo e Giulietta”: Adam (Jim Sturgess) e Eden (Kirsten Dunst) sono
innamorati,ma non possono stare insieme per il fatto che appartengono a due pianeti
diversi posizionati l’uno accanto all’altro,tanto vicini da consentire ai due
ragazzi di toccarsi eppure separati da una legge di gravità opposta che non
permette il passaggio da un mondo all’altro se non per poco tempo.
Questa storia aveva quindi tutte le potenzialità per
piacermi da impazzire e invece solo dopo aver visto il film per intero mi sono resa conto
che la parte interessante era un’altra! Il modo in cui viene raccontata la relazione tra i due
protagonisti, infatti, mi è sembrato molto banale e poco approfondito. Non
viene mostrato come Adam e Eden si innamorano,cosa importante poiché è tramite
questo che lo spettatore si affeziona ai personaggi e partecipa empaticamente
alla vicenda. Inoltre il lieto fine arriva solo con gli ultimi due minuti di
film, tanto veloce e sintetico che non si riesce ad assaporarlo pienamente.
No, il bello di questo film non sta sicuramente nella storia
fra i due protagonisti,bensì nel contesto in cui essi vivono. Ho trovato l’idea
dei due mondi adiacenti molto affascinante e ancora di più il singolare
elemento della gravità opposta. In pratica i corpi sono attratti solo dal
pianeta da cui provengono,ma possono spostarsi sull’altro servendosi di
contrappesi,ovvero facendo uso della cosiddetta “materia inversa”,che sarebbe
un insieme di oggetti del mondo su cui si desidera andare.
Dopo poco tempo però un corpo a contatto con la materia
inversa brucia e questo è il principale ostacolo all’amore dei due personaggi protagonisti.
Inoltre vi è un interessante tema sociale che si nasconde dietro
al fatto che il mondo detto “di sopra” è ricco e influente,mentre quello “di
sotto” è povero e sfruttato: è la classica piramide delle gerarchie che vede il
vertice occupato da chi detiene il potere. Il passaggio da un pianeta all’altro
è infatti ostacolato non solo dal sistema gravitazionale, ma anche dalle forze
governative del Mondo di Sopra,tese ad evitare l’ascesa sociale degli abitanti
del Mondo di Sotto,ma interessate a succhiare da questi materie prime e risorse
umane. Anche per questo motivo è stata creata la società “TransWorld”,unico
punto di contatto tra le due diverse realtà,nonché luogo in cui i potenti di
Sopra si impossessano delle invenzioni dei poveri impiegati di Sotto. Quando il
protagonista maschile, viene assunto nella suddetta società per brevettare la
sua invenzione di una crema anti età, ci troviamo di fronte a quello che è il
culmine degli effetti speciali, dove è palese che la posizione di ogni corpo o
oggetto sullo schermo è stata studiata con cura per illustrare al meglio la
strana gravità presente su questi due mondi immaginari.
E’ questo il punto forte del film: Adam e Eden riusciranno a
stare insieme e quindi a spezzare l’ordine gerarchico precostituito grazie al
loro amore,rappresentato simbolicamente da quel polline rosa di cui il ragazzo
si serve per mescolare la materia di entrambi i mondi e mettere fine alle
divisioni sociali. Per unire le molecole appartenenti ai due diversi pianeti
però c’è bisogno sia del polline (amore) che dell’acqua (vita) così che alla
fine tutto torna ai princìpi basilari dell’universo.
A questa sorta di ritorno all’origine che il finale ci
propone possono essere ricondotti i nomi di ispirazione chiaramente biblica dei
protagonisti.
In conclusione, il film pur risultando debole a livello di
storyline amorosa, presenta però tematiche importanti, una bella resa degli effetti
visivi e un buon cast: fatta eccezione per Kirsten Dunst,che a mio parere rimane
sempre troppo rigida e inespressiva, Jim Sturgess risulta invece
particolarmente tenero con quella sua aria smarrita, mentre Timothy Spall che
interpreta l’unico amico dal mondo opposto del protagonista, è simpatico e
spumeggiante.
Io,su una scala da uno a dieci, darei voto sette a questo
film. E voi?
si è un film che non sfrutta in pieno le sue potenzialità, oltre la superficie non c'è niente, peccato.
RispondiEliminaPs: mi sono aggiunta anche io, complimenti per il blog :)
Grazie!!! Sei stata molto gentile ad unirti al blog! E come ti ho già detto condivido i tuoi pensieri sul film! ;)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaL'idea di partenza è affascinante: i due mondi, le gravità opposte... Peccato solo che il film vada poi a svilupparsi nel deja-vu. Voto: sette per l'idea, cinque per la sceneggiatura.
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo!
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