Luigi Lo Cascio al cinema "Zenith" di Perugia il 20/04/2013 |
Avete presente com’era andare al cinema prima della
diffusione dei multisala? A Perugia, la mia città, teniamo in vita quel ricordo
grazie al cinema “Zenith”, l’unico ad aver resistito alla migrazione di tutte
le sale dal centro storico al centro commerciale, probabilmente perché si è
sempre distinto per una programmazione di particolare spessore qualitativo. Ebbene,
questo piccolo angolo di paradiso cinefilo ha realizzato quest’anno la seconda
edizione della rassegna “Kill it”
dedicata al cinema italiano, che è stata aperta proprio da un incontro con Luigi
Lo Cascio. Io ero presente (grazie al buon Giuseppe di http://www.ilbuioinsala.blogspot.it/ che mi ha segnalato l’evento!) e
da brava cineblogger ho riportato tutta l’intervista che è stata fatta all’attore
siciliano sul mio taccuino ed ora la riscrivo qui per voi lettori. Le domande
sono state formulate da uno dei membri dello staff del cinema e dal pubblico in
sala dopo la proiezione del film “La città ideale”, mentre le risposte di Lo
Cascio sono state da me sintetizzate per adattarsi meglio alla forma scritta.
Se siete interessati alla mia opinione sul film in
questione vi lascio qui di seguito il link della recensione che ho scritto per
il portale online “Storia dei film”:
Attenzione! L’intervista contiene spoiler, quindi leggete
solo se avete già visto il film!
Perché una scelta d’argomenti
così forte per il suo esordio alla regia?
Negli
ultimi tempi si tende a vedere il
cinema solo come forma d’intrattenimento, io invece credo sia più simile ad un
momento di catarsi: lo spettatore si identifica nei personaggi e nelle loro
vicende ed esce così dalla sala cinematografica arricchito di sentimenti e
riflessioni, siano essi positivi o meno.
Alcuni critici hanno visto
un senso politico nel suo film. Lei è d’accordo?
Quando ho presentato il film a Venezia, i
critici lì presenti, in difficoltà sul tipo di genere da attribuire al film, lo
definirono come un “Giallo morale”. Questa definizione in effetti fa risaltare
il tema dello scontro con le istituzioni ed in questo senso posso affermare che
una certa connotazione politica c’è, ma è comunque un fattore secondario, non
fondamentale.
Molti hanno visto nel
film ispirazioni kafkiane, ma c’è anche molto di Pirandello. Conferma?
Confesso di essermi avvicinato alla lettura
di Pirandello solo dopo aver terminato le riprese del film, ma in effetti sono
rimasto sorpreso anch’io nello scoprire che molti concetti e personaggi
sembravano davvero quelli del mio film!
Alcune inquadrature
fanno sembrare il protagonista piccolo di fronte alle istituzioni. E’ un
effetto voluto?
Assolutamente si!
Il film si apre con la marcia trionfale del protagonista per lasciare intendere
quanto egli si senta padrone della sua vita. In seguito però, dopo che l’incidente
ha distrutto la sua “città ideale”, Michele perde il controllo degli
avvenimenti e il suo nervosismo crescente è stato reso con dei primi piani
sempre più fitti.
Come mai ha scelto di
lasciare il finale in sospeso?
Le ultime scene fanno sorgere nel
pubblico la domanda “Ma chi gliel’ha fatto fare?”. Ecco, ho voluto lasciar
decidere allo spettatore se il protagonista alla fine si sia pentito o meno
della sua buona azione. Certo, la scena in cui Michele vede alcuni dipendenti
del tribunale tirarsi i fascicoli in senso circolare e ripetitivo ha un grande
valore: suggerisce al protagonista una visione dall’esterno della sua vicenda.
In quel momento è come se egli prendesse finalmente coscienza di quanto gli è
accaduto e rivalutasse le cose da un punto di vista più oggettivo.
Interessante intervista, ma mi è piaciuta di più la tua recensione :)
RispondiEliminaE così scrivi su Storia dei film? Complimenti! Piccole giornaliste crescono... :-)
Scherzi a parte, in bocca al lupo Valentina!
Crepi! E grazie per i complimenti, essere definita "giornalista" mi ha dato un brivido di emozione! Non sono ancora all'altezza del titolo, ma spero di esserlo presto! Grazie anche per aver letto la recensione! A presto!
EliminaAh ah, ecco che vi siete detti mentre siamo stati un'ora e mezzo ad aspettare...
RispondiEliminaTutto molto interessante, incredibile che da appassionato di Pirandello come sono non mi sia venuto proprio in mente un possibile rimando...
E il finale sì, all'incirca lo avevo capito ma rimane comunque interpretabile.
Brava Valentina, a presto!
Grazie per essere passato! Si, in effetti neanche io avevo pensato a Pirandello, ma a quanto pare neppure lo stesso Lo Cascio! :)
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