lunedì 13 maggio 2013

Le interviste di BDE - Luigi Lo Cascio

                                      


Luigi Lo Cascio al cinema "Zenith" di Perugia il  20/04/2013

Avete presente com’era andare al cinema prima della diffusione dei multisala? A Perugia, la mia città, teniamo in vita quel ricordo grazie al cinema “Zenith”, l’unico ad aver resistito alla migrazione di tutte le sale dal centro storico al centro commerciale, probabilmente perché si è sempre distinto per una programmazione di particolare spessore qualitativo. Ebbene, questo piccolo angolo di paradiso cinefilo ha realizzato quest’anno la seconda edizione  della rassegna “Kill it” dedicata al cinema italiano, che è stata aperta proprio da un incontro con Luigi Lo Cascio. Io ero presente (grazie al buon Giuseppe di http://www.ilbuioinsala.blogspot.it/ che mi ha segnalato l’evento!) e da brava cineblogger ho riportato tutta l’intervista che è stata fatta all’attore siciliano sul mio taccuino ed ora la riscrivo qui per voi lettori. Le domande sono state formulate da uno dei membri dello staff del cinema e dal pubblico in sala dopo la proiezione del film “La città ideale”, mentre le risposte di Lo Cascio sono state da me sintetizzate per adattarsi meglio alla forma scritta.


Se siete interessati alla mia opinione sul film in questione vi lascio qui di seguito il link della recensione che ho scritto per il portale online “Storia dei film”:




Attenzione! L’intervista contiene spoiler, quindi leggete solo se avete già visto il film!

Perché una scelta d’argomenti così forte per il suo esordio alla regia?  
Negli ultimi tempi si tende a vedere il cinema solo come forma d’intrattenimento, io invece credo sia più simile ad un momento di catarsi: lo spettatore si identifica nei personaggi e nelle loro vicende ed esce così dalla sala cinematografica arricchito di sentimenti e riflessioni, siano essi positivi o meno.

Alcuni critici hanno visto un senso politico nel suo film. Lei è d’accordo?         
Quando ho presentato il film a Venezia, i critici lì presenti, in difficoltà sul tipo di genere da attribuire al film, lo definirono come un “Giallo morale”. Questa definizione in effetti fa risaltare il tema dello scontro con le istituzioni ed in questo senso posso affermare che una certa connotazione politica c’è, ma è comunque un fattore secondario, non fondamentale.

Molti hanno visto nel film ispirazioni kafkiane, ma c’è anche molto di Pirandello. Conferma?   
Confesso di essermi avvicinato alla lettura di Pirandello solo dopo aver terminato le riprese del film, ma in effetti sono rimasto sorpreso anch’io nello scoprire che molti concetti e personaggi sembravano davvero quelli del mio film!

Alcune inquadrature fanno sembrare il protagonista piccolo di fronte alle istituzioni. E’ un effetto voluto? 
Assolutamente si! Il film si apre con la marcia trionfale del protagonista per lasciare intendere quanto egli si senta padrone della sua vita. In seguito però, dopo che l’incidente ha distrutto la sua “città ideale”, Michele perde il controllo degli avvenimenti e il suo nervosismo crescente è stato reso con dei primi piani sempre più fitti.

Come mai ha scelto di lasciare il finale in sospeso?       
Le ultime scene fanno sorgere nel pubblico la domanda “Ma chi gliel’ha fatto fare?”. Ecco, ho voluto lasciar decidere allo spettatore se il protagonista alla fine si sia pentito o meno della sua buona azione. Certo, la scena in cui Michele vede alcuni dipendenti del tribunale tirarsi i fascicoli in senso circolare e ripetitivo ha un grande valore: suggerisce al protagonista una visione dall’esterno della sua vicenda. In quel momento è come se egli prendesse finalmente coscienza di quanto gli è accaduto e rivalutasse le cose da un punto di vista più oggettivo.                                                                                                          


4 commenti:

  1. Interessante intervista, ma mi è piaciuta di più la tua recensione :)
    E così scrivi su Storia dei film? Complimenti! Piccole giornaliste crescono... :-)
    Scherzi a parte, in bocca al lupo Valentina!

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    1. Crepi! E grazie per i complimenti, essere definita "giornalista" mi ha dato un brivido di emozione! Non sono ancora all'altezza del titolo, ma spero di esserlo presto! Grazie anche per aver letto la recensione! A presto!

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  2. Ah ah, ecco che vi siete detti mentre siamo stati un'ora e mezzo ad aspettare...

    Tutto molto interessante, incredibile che da appassionato di Pirandello come sono non mi sia venuto proprio in mente un possibile rimando...

    E il finale sì, all'incirca lo avevo capito ma rimane comunque interpretabile.

    Brava Valentina, a presto!

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    1. Grazie per essere passato! Si, in effetti neanche io avevo pensato a Pirandello, ma a quanto pare neppure lo stesso Lo Cascio! :)

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